Villa Butera

È la prima villa edificata nella piana della Bagaria. Fu costruita nel 1658 da Giuseppe Branciforti, principe di Pietraperzia e di Leonforte. Era una sorta di castello, in stile medievale. Protetto ai due lati da due torri merlate, presenta due ampie scalinate: una al fronte sud e l’altra al lato est. I due fronti avevano un cortile antistante, costeggiato da casette basse e strette. Il portale sopra la scalinata est è di stile cinquecentesco. La villa è stata acquistata dal Comune che ha sistemato all’interno gli uffici di rappresentanza per l’organizzazione di eventi come presentazioni di libri. Vengono anche celebrati matrimoni con il rito civile nella splendida sala Borremans. (Visitabile)

Orari e Prezzi:
La visita è regolamentata da un sistema basato su due fasce orarie, previa prenotazione.
Orari visite guidate: Dal lunedì al venerdì primo ingresso ore 9.30 e secondo ingresso ore 11.30.
Nella giornata del mercoledì è possibile anche un ingresso pomeridiano alle ore 16. Ingresso 2,00 euro.
Per prenotare le visite guidate inviare una mail all’indirizzo: turismo@comune.bagheria.pa.it
o telefonare al numero 091/943817

Approfondimento

In prossimità Quando nel 1658 Giuseppe Branciforti, principe di Pietraperzia e di Leonforte, cavaliere del Vello d’Oro, dopo la rivolta di Napoli con Masaniello e di Palermo con Giuseppe D’Alessi, perse la speranza di avere il trono di Sicilia, decise di ritirarsi come un eremita nelle terre di Bagheria. Per tale motivo, sul portone d’ingresso della torre merlata tramite cui si accede al palazzo – non a caso rivolta ad occidente, verso Palermo – sul portale d’ingresso, il Principe fece scolpire un’epigrafe in marmo che recita: “Al mio Re nel servir qual’aspre e dure fatiche non durai costante e forte? E sempre immerso in importanti cure de le stelle soffrii la varia sorte”. Tra le campagne alfin solinghe e scure spera la mente mia la propria morte, mentre vedovo genitor per fato rio qui intanto piango e dico «O corte a Dio»”. Sul lato opposto, quello orientale, sopra la porta principale si trova un’altra epigrafe marmorea che cita un sonetto di Miguel De Cervantes tratto dalla Galatea: “Ya la esperanza es perdida, y un solo bien me consuela: que el tiempo, que passa y buela, llevarà presto la vida”. A quel tempo si era sotto il dominio spagnolo e peste e carestia facevano strage presso il popolo.

Dopo l’insurrezione di Messina del 1646, anche Palermo insorse. Il popolo, che aveva innalzato il D’Alessi alle cariche supreme, ne portava più tardi in giro la testa recisa. Le congiure della plebe, le insidie dei nobili, le guerre civili lo indussero a lasciare definitivamente la residenza di Palermo per scegliere come dimora le sue terre di Bagheria, che allora era un feudo quasi incolto. Fece costruire un castello molto austero, fiancheggiato da due torri merlate in stile medioevale. Anticamente si accedeva al castello dall’antica via Oleandri che attraversava i fondi Villarosa e Cordova, rasentando la celebre Certosa dello stesso Butera, il Vallone De Spucches ripiegandosi fino a Solanto, per proseguire verso Messina.

Il principe fece edificare nelle vicinanze del palazzo un teatro, e nel recinto del castello una chiesetta che fu parrocchia succursale di Palermo dal 1708 al 1771, allorquando col crescere della popolazione fu costruita la Chiesa della Madrice. Il principe Giuseppe Branciforti pare creò per il suo nome il culto a San Giuseppe, ora patrono di Bagheria. nel 1769 tracciò egli stesso il Corso Butera, (un largo corso prospicente al mare di Aspra) per mettersi in comunicazione con la strada Consolare. Nell’aprile del 1774 Vittorio Amedeo II, re di Sicilia, fece una sosta al palazzo, ospite del principe Nicola Placido Branciforte. In seguito, la principessa Sofia di Trabia affidò il palazzo alle suore per il mantenimento di un asilo frequentato dai bambini del popolo. Una lapide posta al centro del prospetto ricorda Manfredi ed Ignazio Lanza di Trabia caduti nel conflitto mondiale del 1915-18.

Il Palazzo appartiene al Comune di Bagheria.